Il progetto di un Magazine che tratti di arte, scienza, educazione, tecnologia può sembrare troppo ambizioso o persino presuntuoso; ma se considerate che queste «competenze», e le loro interconnessioni, costituivano un tempo la normale formazione di un umanista, potete comprendere come mai il Magazine abbia questo nome e come mai, per rispettarlo, abbiamo ritenuto necessario non trascurare alcuno di questi aspetti, ma anzi prendere in esame le reciproche correlazioni. 

Nonostante il nostro paese e l’intera Europa siano disseminati di capolavori artistici provenienti da un glorioso passato, le parole arte e scienza negli ultimi decenni sono state sistematicamente svuotate di senso e trattate come suffissi applicabili a qualunque cosa, per nobilitarla, compresa la spazzatura; la parola educazione sembra ormai divenuto sinonimo di assistenza sociale, e la parola tecnologia sembra ormai monopolio della telefonia mobile. Per questi inaccettabili presupposti impliciti riteniamo valga la pena riconsiderare ciò che, ancora in un passato non troppo lontano, questi stessi termini rappresentavano, e soprattutto come l’integrazione dei rispettivi campi di studi, ormai artificiosamente separati tra loro, contribuiva a quella formazione umanistica di cui oggi sembra si sia dimenticato il senso. 

Troppi sono pregiudizi che gravano da tempo sulla nostra cultura umanistica, che la vogliono passata di moda e addirittura bandita da ogni discorso dopo essere stata ideologicamente condannata come responsabile del colonialismo. 

Queste sono alcune delle ragioni per le quali abbiamo ritenuto necessario dare priorità a questo progetto tra i tanti di cui abbiamo deciso di occuparci e in cui abbiamo deciso di coinvolgervi attraverso il nostro Portale. Ma ce ne sono molte altre per le quali consideriamo il Magazine un impegno non più procrastinabile.

Per noi non si tratta infatti solo di realizzare uno strumento di informazione particolarmente adatto per far conoscere la «nostra» attività. Il Magazine è per noi anche un mezzo con cui intendiamo contribuire a combattere il degrado culturale e a ricucire il cordone ombelicale con la tradizione Umanistica. E inoltre è uno strumento idoneo per far conoscere le ricerche e i progetti dei maestri della tradizione umanistica che hanno ispirato le nostre ricerche e i nostri progetti. 

Ogni nostro progetto ha infatti tra le sue finalità quella di far scoprire e riscoprire proprio quei capolavori umanistici da cui traiamo risorse e stimoli per la nostra attività, come quando, ad esempio, ricaviamo dai capolavori della tradizione umanistica «Sistemi di Studio Reticolare» per esplicitare gli insegnamenti che vi sono racchiusi, e per offrirli come strumenti educativi e formativi ai nostri utenti e allievi. 

Con tutti i nostri progetti vogliamo ricordare, a chi ne fruisce, i debiti che ogni vero studioso e artista contrae con la tradizione umanistica dal momento che si forma per diventarne un degno erede. E con i nostri progetti invitiamo implicitamente gli utenti ad aiutarci a tutelare e valorizzare i capolavori che ancora abbiamo la fortuna di poter studiare per apprendere gli insegnamenti di chi li ha creati.

Il Magazine in particolare è uno strumento con cui possiamo far dialogare direttamente e indirettamente tra loro umanisti del presente - e non di meno del passato - per far nascere collaborazioni anche a distanza intorno a progetti comuni, per suscitare curiosità e passioni nei nostri lettori, per aiutarli a superare pregiudizi e a scoprire interessi riguardo la cultura umanistica, e infine per invitarli a conoscere i nostri strumenti cognitivi, particolarmente adatti per coltivare, sin dall’infanzia, una formazione propriamente umanistica.    

Come potete vedere dal menù del Portale, noi consideriamo il Magazine come uno degli “Ambienti di Studio” virtuali che offriamo a ogni nostro potenziale utente per curare la propria crescita culturale secondo le proprie ambizioni.  

Tra i diversi Ambienti di Studio, tutti ispirati da quell’ideale educativo «non profit» che ci induce a svolgere le nostre attività senza guadagnare nulla se non il merito di aver contribuito a rallentare o contrastare il degrado culturale che ci circonda, il Magazine vuol essere quello più aperto; infatti, sia per fruirlo sia per parteciparvi - come utenti o redattori - non viene richiesta alcuna iscrizione.

Abbiamo pensato al Magazine come a un «Ambiente di Studio» rivolto non solo a chi già ci conosce e ci segue da tempo, ma anche a «tutti» i curiosi che in veste di «osservatori» si avvicinano a noi per sapere di cosa ci occupiamo e come ce ne occupiamo. 

Idealmente è dedicato a coloro che non si vergognano di considerarsi ancora «umanisti», e che ricercano uno spazio in cui dialogare e far conoscere il loro dialogo tra arti, scienze, tecnologie e forme di educazione. Ma non di meno è dedicato anche a chi non si fa condizionare dai pregiudizi sulla tradizione umanistica e vuole capire come questa può ancora costituire uno strumento di crescita personale e di formazione tanto artistica quanto scientifica, in un mondo che oltre ad aver separato questi ambiti formativi considera troppo spesso la formazione umanistica inutile, non più necessaria, soprattutto dal momento che la tecnologia e in particolare l’intelligenza artificiale ha creato l’illusione che le macchine possano sostituire la sempre più scarsa intelligenza umana. 

Sarà oggetto del Magazine sfatare questa e altre illusioni riportando, proprio con l’aiuto di scienziati e sviluppatori di tecnologia, l’attenzione al ruolo che potranno avere in futuro quelle capacità e professioni umanistiche che paradossalmente meno di altre saranno automatizzabili e subiranno l’inarrestabile sostituzione con intelligenze artificiali e anzi acquisiranno nuova importanza nel rapporto uomo-macchina.

Pur non potendo e non volendo rincorrere l’attualità, e pur preferendo occuparci di oggetti artistici, che hanno superato il vaglio del tempo rivelandosi non semplici fenomeni di costume, tuttavia da tempo avvertiamo il desiderio di portare nostri contributi riguardo a casi che per qualche motivo destano l’interesse effimero dei mezzi di comunicazione, ma che a nostro avviso meritano maggior attenzione, sia perché si correlano adeguatamente ad altri casi di cui ci siamo già occupati e che pure sono stati cancellati dalla memoria corta dei mezzi di comunicazione di massa, sia perché sollevano questioni di carattere metodologico e morale che rischiano di finire trascurate e dimenticate insieme ad essi.  

Il Magazine vuole essere il nostro modo per far sentire più direttamente la nostra voce nel presente e ottenere l’attenzione dei nostri potenziali utenti suscitando in loro nuovi interessi, a partire da quelli che già possiedono per oggetti solo apparentemente irrelati con tanti altri che appartengono alla nostra tradizione umanistica e che spesso li hanno ispirati.

Dal momento che la nostra attività per essere rigorosa non può che concentrarsi su pochi oggetti da molte prospettive e a molti livelli di studio, e di conseguenza siamo costretti ogni anno a raccogliere e soddisfare poche richieste e pochi stimoli tra i tanti che riceviamo esplorando il vasto mare dei tesori della tradizione umanistica del passato e del presente, abbiamo deciso di creare questo ulteriore strumento anche per noi, per poter mappare e delineare progetti e ricerche degni di essere sviluppati con cura. Tutto quello che pubblicheremo nel Magazine servirà anche a ricordarci che potrebbe diventare materia da sviluppare nei nostri Sistemi di Studio Reticolare. Tuttavia auspichiamo che susciti anche in nostri interlocutori il desiderio di occuparsene, degnamente, con studi adeguati alla complessità che cercheremo di far emergere e di rappresentare, pur nello spazio e nel tempo ristretto di un editoriale e dei successivi contributi da esso provocati. 

Vi promettiamo, dunque, che faremo di tutto per far assomigliare il Magazine a quello che noi stessi avremmo voluto trovare sul mercato dell’informazione in tanti anni di ricerche e di studi, soprattutto in quelli in cui ha avuto inizio la nostra stessa formazione umanistica. Noi ci siamo dovuti accontentare di ricercare informazioni e novità, riguardo iniziative, progetti, e scoperte di pertinenza umanistica, esplorando e spulciando tante fonti -  riviste specializzate e non, rubriche di quotidiani, canali televisivi, blog, siti e archivi - che non fossero focalizzate solo sui fenomeni del momento e non fossero pubblicità redazionale mascherata da informazione. Questo tuttavia ci ha preparati a cercare, selezionare, e distinguere rapidamente le notizie dalla spazzatura, per noi e ora anche per voi. Tuttora spendiamo molto tempo per discernere informazioni pertinenti e attendibili confuse nel rumore prodotto dalla cultura di massa, per scovare - in Biblioteche, mercati dell’antiquariato, archivi e piattaforme di contenuti multimediali - non solo capolavori dimenticati ma anche scritti e interviste - cioè ricerche, progetti e lezioni metodologiche - di autori e studiosi i cui insegnamenti non passano di moda, non invecchiano e possono contribuire alla formazione di una generazione di nuovi umanisti. 

Pur non potendo ambire a riunire qui tutte le risorse, i contributi, le notizie che troviamo per la nostra - e ora anche per la vostra - informazione e formazione (che tuttavia trovano posto nella nostra “Bibliomediateca delle risorse umanistiche”, ora anch’essa online per i nostri iscritti), cercheremo almeno di creare, attraverso il nostro Magazine, un dialogo indiretto tra iniziative, come la nostra, che nascono o approdano sulla rete e che spesso rimangono sconosciute a chi non ne fa parte, ma che possono, nel loro insieme, stimolarvi, informarvi e introdurvi ai temi e ai progetti che perseguono, affinché anche a voi venga voglia di esplorare terreni sconosciuti, continuare a studiare, acquisire nuovi strumenti per affinare le vostre capacità di indagare, insegnare, narrare.

Grazie a un uso virtuoso, anche se raro, della rete, molte ricchezze della tradizione umanistica stanno finalmente passando dal cartaceo al digitale, dall’ off-line all’ on-line, riconquistando quella potenziale immortalità messa a rischio dalla deperibilità dei supporti e dall’incuria di chi li custodisce. Attraverso una pluralità di siti non sempre facilmente raggiungibili, perché scarsamente correlati a quegli accessi diretti alla rete costituiti oggi dai «social», finalmente molte risorse appaiono disponibili anche in rete, e invitano realtà come la nostra a partecipare alla loro diffusione, alla loro conoscenza e alla loro valorizzazione a scopo formativo oltre che informativo. In questo senso il Magazine sarà anche un modo per far conoscere realtà che, pur avendo una presenza online, possono trarre maggior giovamento dalla loro reciproca correlazione.

Abbiamo dibattuto molto tra di noi intorno al nome da dare al nostro Magazine, e siamo arrivati alla conclusione che non ci fosse bisogno di aggettivarlo con qualificazioni come “multimediale”, “contemporaneo” etc., che potrebbero apparire come tentativi di attenuare, correggere, modernizzare, attualizzare, o peggio giustificare il nome “Umanista”, che per noi vuol dire quello che ha sempre voluto dire. Noi preferiamo riportarlo alla sua originaria definizione, mostrandovi, con tutto quello che pubblicheremo, come esso non abbia nulla a che fare con le interpretazioni ideologiche che se ne danno oggi facendo di tutta l’erba un fascio, confondendo le colpe di generazioni con ciò che di buono resta ad eterna memoria del nostro passato, quella tradizione che per secoli è stata oggetto di ammirazione ed esempio di eccellenza artistica e scientifica in tutto il mondo.

Utilizzando questo titolo non vogliamo ridefinire né aggiornare né correggere nulla, proprio perché la nostra sfida è riuscire a far nascere o rinascere nelle nuove e vecchie generazioni un interesse reale per ciò che esso rappresenta da secoli, e non per ciò che ad esso è stato di recente attribuito, dietrologicamente e pretestuosamente, da chi, temendo di non riuscire a gestire un’eredità tanto complessa e imbarazzante, e non essendo preparato a comprenderne il valore e a continuare a svilupparla, la rifiuta, decidendo di ignorarla, diffidando di essa, dando credito a pregiudizi, e preferendo succedanei contemporanei che non richiedono altrettanta preparazione né per farli né per fruirli.

Noi pensiamo che il titolo che abbiamo dato al Magazine dovrebbe essere motivo di orgoglio non solo per noi, dal momento che la nostra Civiltà, grazie alla tradizione umanistica ha toccato i momenti più alti di dialogo interculturale e spirituale, contribuendo alla diffusione di ideali e di bellezza da tutti apprezzati, senza imporre alcuna ideologia, come invece cercano di fare quelli che agli umanisti addebitano le colpe di coloro che, per ragioni politiche ed economiche, hanno cercato di colonizzare il mondo con ideologie che nulla hanno a che fare con gli ideali umanistici.

Un’ultima considerazione riguardo le possibili interpretazioni del titolo del Magazine: come scoprirete leggendo, noi non intendiamo fare «divulgazione», cioè non vi daremo l’illusione di farvi conoscere con poco sforzo cose che richiedono molti più sforzi di quelli che, in misura più ridotta, farete con il nostro aiuto leggendo gli editoriali che pubblicheremo. 

Con i nostri editoriali, adottando una forma insieme narrativa e scientifica, argomentando in modo rigoroso e coinvolgente le nostre esplorazioni ed investigazioni tra scienza, arte e tecnologia, contiamo di riuscire ad appassionarvi agli argomenti trattati, e a svolgere così il compito che ci siamo assunti con ogni nostro progetto: farvi venire voglia di leggere e studiare tutto ciò che i nostri «meta-iper-testi» (testi che parlano di relazioni tra testi esterni ad essi) vi consentiranno di scoprire negli altri Ambienti di Studio. 

Anche per il Magazine adotteremo quell'idea «enciclopedica», cara a tutti i veri umanisti, che consiste nell’incoraggiarvi a esplorare il mondo esterno ai nostri stessi testi, a considerarli cioè un modo per invitarvi a conoscere quelli dei nostri interlocutori diretti e indiretti attraverso le molteplici correlazioni che essi vi invitano a inseguire. 

Questa idea «centrifuga» della conoscenza enciclopedica si oppone a quella che è prevalsa dal secolo scorso, da quando le enciclopedie (basti pensare al proliferare di “enciclopedie per ragazzi e per famiglie”, prima vendute in volumi cartacei con appositi mobiletti d’arredo, poi su cd e dvd insieme a consolle per videogiochi, e ora online come comode risorse «spiegatutto») sono diventate oggetti «centripeti», illusori compendi del sapere, riduzioni e semplificazioni sostitutive delle conoscenze da acquisire al di fuori di essi. 

Anche con il Magazine vogliamo combattere questa tendenza illusoria che, facendo leva sul bisogno di conoscenza, diffonde (al contrario di ciò che promette) luoghi comuni, pregiudizi, sentito dire, sostituendo il «senso comune» al «buon senso» dei nostri avi. Tutto ciò che pubblicheremo qui non avrà il carattere di un surrogato di ciò che potrete studiare altrove, nei testi degli artisti e degli studiosi piuttosto che nei bignami divulgativi creati da chi non li ha neppure letti. Avrà invece l’ambizione di costruire tanti «ponti» per farvi scoprire connessioni non immediatamente percepibili tra progetti e studi di umanisti, per spingervi ad uscire di qui e a ritornarvi solo per ricevere nuovi stimoli e per ricominciare a esplorare e indagare l'universo multidisciplinare, multimediale, multietnico della conoscenza; quell’universo dell’informazione artistica scientifica e tecnologica che noi non vogliamo restringere e ridurre per farvi evitare la paura di perdervi, ma piuttosto vogliamo incoraggiarvi ad esplorare con una buona bussola, che vi farà dimenticare l’ansia di dover tornare indietro e vi farà provare il piacere di naufragare nel mare delle conoscenze senza l’ansia di dover tornare indietro.

Avremo raggiunto il nostro scopo se vi avremo convinti ad uscire da qui per aprire libri, seguire iniziative, conoscere autori e studiosi che noi stessi consideriamo nostri maestri o fondamentali compagni di avventure conoscitive. 

Sull'esempio di un nostro maestro d’eccezione, Roberto Rossellini, di cui custodiamo gli archivi per continuare il suo progetto più lungimirante, cercheremo di ricreare, anche attraverso il Magazine, quella tessitura di correlazioni tra progetti, ricerche, studi di umanisti contemporanei e di umanisti del passato invitandoli - gli uni virtualmente e gli altri materialmente - a intervenire nei «cenacoli virtuali» che creeremo on-line come ambienti di dialogo interdisciplinare, per suscitare e favorire collaborazioni non solo temporanee e occasionali, per far conoscere e far interagire tra loro realtà affini che spesso ignorano di lavorare agli stessi obiettivi e con lo stesso metodo. 

Vogliamo caratterizzare il nostro Magazine come un luogo di incontro, come una «terra di nessuno» ideale per favorire il dialogo tra studiosi e autori che di solito non si parlano tra loro; e in tal senso intendiamo raccogliere la lezione di veri umanisti come Piaget o Laborit che hanno materialmente creato laboratori per far collaborare umanisti di diversa provenienza e formazione. 

Questo Magazine cercherà anche di ridare voce, nei dialoghi a distanza, a quegli studiosi umanisti del passato che purtroppo spesso non fanno più neppure parte della formazione universitaria di quei nuovi maestri che, sulla carta, li dovrebbero rimpiazzare. Vi faremo risentire le voci di questi grandi e faremo dialogare le loro idee con quelle di quanti, insieme a noi, vorranno portare i loro contributi originali a questo dialogo senza confini, approfittando dell'occasione per far conoscere i loro studi e farli interagire con quelli di altri. 

Dal punto di vista metodologico cercheremo sempre di far partire i nostri editoriali, e di conseguenza ogni dialogo tra umanisti del passato e del presente, da occasioni offerte dalla nostra attualità (l’unico aspetto «attuale« del Magazine che ne giustifica il carattere stesso di «Magazine» piuttosto che di pura «rivista di studi»), anche solo per prenderne le distanze e criticarle, ma cercando di non rimanerne impigliati; sfrutteremo tali occasioni per parlare di possibilità inattuate, di esperienze passate dimenticate, di progetti per cambiare ciò che appare immutabile. In altri termini, dal particolare cercheremo di trarre spunto per parlare del generale; e sempre da occasioni particolari cercheremo di correlare altre esperienze, altre storie, altri studi e progetti che potranno espandere il dialogo per ricavare considerazioni e conclusioni di valore «inattuale» e universale. 

Per essere ancora più chiari: noi non siamo nostalgici e passatisti; critichiamo ogni atteggiamento pregiudiziale che veda comunque nel passato il meglio, così come critichiamo qualunque atteggiamento altrettanto pregiudiziale che veda comunque nel presente, nel contemporaneo, nel futuro, un miglioramento di esperienze passate. 

Quando ci chiedono se siamo interessati al contemporaneo rispondiamo che se le esperienze contemporanee hanno le qualità per diventare universali, dei classici senza tempo, allora ci interessano tanto quanto quelle dei nostri maestri; ma se per “contemporaneo” si intende quell’ideologia iconoclasta che sta attraversando ogni campo artistico per far scempio dell’arte e giustificare operazioni di “attualizzazione” irrispettose dei classici - «usandoli» per dare credito a riscritture e rivisitazioni che li «riducono» a caricature di loro stessi - allora diciamo con chiarezza che noi saremo sempre dalla parte dei veri maestri, e li difenderemo contro coloro che pensano di poter approfittare che essi non possono più rimandare al mittente i loro finti omaggi, che nascondono reali oltraggi.

In un mondo dove il cinismo è diventata una nuova religione cercheremo di riportare l'attenzione a questioni morali  - non moralistiche e tantomeno ideologiche - insieme a questioni di carattere metodologico, affinché le une e le altre possano costituire un terreno condiviso, un denominatore comune su cui confrontare i contributi di chi, con le sue iniziative, merita, secondo, noi la nostra e la vostra attenzione in quanto contribuisce, in piccolo o in grande, a combattere il degrado culturale che tutti stiamo vivendo più o meno consapevolmente. Noi considereremo nostro interlocutore e collaboratore chiunque contribuisca a mantenere viva quella tradizione umanistica che sola ci consente di continuare a crescere anziché di riscoprire l'acqua calda o di tornare a forme di inciviltà che solo in malafede possono essere chiamate nuove forme di civiltà.

È dunque con umiltà e insieme ambizione che vi offriamo questo nuovo Magazine, anzitutto sperando che possiate giovarvene. Auspichiamo che leggendolo vi venga voglia di unirvi a noi per farlo vivere e crescere, e per dare, attraverso di esso, una speranza alle nuove generazioni affinché possano conoscere la tradizione umanistica e chi la sta mantenendo viva, e non finiscano per essere ingannate da quanti continueranno a dire che la formazione umanistica è inutile, che si oppone a quella scientifica e tecnologica, e che rappresenta un passato di cui vergognarsi.

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